In accordo con: Association des Amis d'Emmanuel
Mounier; Esprit; Institut Catholique de Paris; Prospettiva persona; Scuola Normale Superiore, Pisa; UNESCO; Università di Bologna; Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano. Università Sapienza Roma |
Fotografia tratta da: Emmanuel Mounier et sa génération. |
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Emmanuel Mounier
Nato nel 1905. Laurea e aggregazione in filosofia. Abbandona la carriera universitaria per fondare nel 1932 la rivista Esprit che diresse fino alla sua morte nel 1950. Intellettuale militante, cattolico in rottura con il disordine stabilito e in dialogo con la sinistra rivoluzionaria, ha marcato della sua impronta un'epoca di cui restano gli interrogativi. Autore di numerose opere, fra le quali Trattato del carattere, Il personalismo. L'insieme delle sue opere è stato pubblicato da Le Seuil in quattro volumi. L'interesse per il pensiero di questo autore è reso ancora vivo, oltre che dall'attualità del suo pensiero, anche dall'opera di sensibilizzazione dell'associazione degli amici di Emmanuel Mounier che conta anche in Italia numerosi aderenti.
Notizie
sul progetto:
Questo
progetto è realizzato in accordo con l’Association des Amis d’Emmanuel Mounier, Prospettiva
persona, Esprit e Unesco.
“Pacifisti o
bellicisti”. I cristiani e il problema della pace;
Introduzione agli esistenzialismi;
Il risveglio dell’Africa nera;
La piccola paura del XX secolo;
Malraux, Camus, Sartre, Bernanos, la speranza dei disperati;
Emmanuel Mounier e la sua generazione;
Atti del convegno
UNESCO del 2000.
La pensée de Charles Péguy. Paris: Editions du Félin, 2015.
Quando Emmanuel Mounier pubblica nel 1931 Il Pensiero di Charles Péguy, non ha ancora fondato la rivista Esprit di cui si sa il ruolo considerevole che essa giocherà nei dibattiti politici e filosofici a venire. Ora questo riferimento a Péguy resterà fortissimo nei successori di Mounier alla testa della rivista.
Non dimentichiamolo mai, Péguy è all’origine un anarchico, e né la sua conversione al cattolicesimo nel 1908, né il suo passaggio a una forma di patriottismo un po’ più tardi non romperanno questo primo slancio. La scrittura di Péguy, come quella di Mounier, è sempre carnale, sempre presa nel più concreto della Storia, sempre contenuta nella nozione di persona.
E’ dunque ad un anarchico morto per la Francia dopo aver ricevuto l’eucaristia che abbiamo a che fare.
Combattente virulento per la giustizia nell’affare Dreyfus, legatissimo a Georges Sorel e opponente a Jaurès, Péguy aveva tutto per divenire l’oggetto del primo libro di Mounier. In effetti Mounier trovò in lui i germi dei propri impegni anarco-socialisti, personalisti e cristiani.
Questa edizione è preceduta da uno studio sul ruolo della filosofia di Bergson tanto in Péguy che in Mounier, e arricchita di un dossier: articoli di Mounier su Péguy, polemica di Mounier con Henri Massis, reazioni di pensatori contemporanei come Gabriel Marcel, Jean Guitton o Jean Lacroix. Essa è seguita da un’importante bibliografia di Péguy redatta da Mounier stesso (Dalla quarta di copertina dell’edizione francese).
Écrits sur le personnalisme. Paris: Le Seuil, 2000
Questo libro presenta gli scritti fondamentali dell'autore sul "personalismo". Ecco come lo spiega l'autore stesso: Il personalismo, tanto che dipenderà da me, non sarà mai un sistema né una macchina politica. Impieghiamo questo termine comodo per designare una certa prospettiva dei problemi umani, e per accentuare, nella soluzione della crisi del XX secolo, certe esigenze che non sono sempre messe in risalto. Non si diventa personalista lasciando le proprie fedeltà anteriori o i punti di vista pratici che si ha scelti sulla risoluzione dei problemi pratici. Si può essere cristiano e personalista, socialista e personalista, e perché no? comunista e personalista, se si è comunista in una maniera che non contraddica i valori fondamentali qui liberati. Ricuso in anticipo ogni tentativo d'utilizzare il "personalismo" per la pigrizia storica, per la difesa delle forme di civiltà che la storia condanna. Ricuso il tentativo, molto forte in certi, di chiamare "personalismo" la loro incapacità di sostenere una lunga disciplina d'azione. Desidero che queste pagine aiutino a pensare, a creare, e non a proteggersi contro i richiami del mondo. La migliore sorte che possa giungere al personalismo, è che avendo risvegliato in abbastanza uomini il senso totale dell'uomo, scompaia senza lasciare traccia, tanto si confonderebbe con la pratica quotidiana dei giorni." (Emmanuel Mounier, 1947)
In questo libro sono compresi i seguenti testi:
Prefazione di Paul Ricoeur;
Manifesto al servizio del personalismo (1936);
Anarchia e personalismo (1937);
Cos'è il personalismo (1946).
Refaire la Renaissance. Paris: Le Seuil, 2000.
Questo libro riprende alcuni dei suoi testi fondatori, in particolare degli articoli d'Esprit scritti durante i primi anni della rivista, poi editi in volume da Mounier stesso (Rifare il rinascimento è il titolo del primo articolo che scrisse nella rivista, nell'ottobre 1932). Contengono il meglio delle sue intuizioni e delle sue lotte, dei suoi impegni nel paese: rifiuto delle rivoluzioni divenute totalitarie a disprezzo dello spirituale. Rifiuto di un ordine del mondo che genera delle catastrofi umane, impegno per un'altra cultura, un'altra civiltà, in cui persona e comunità sarebbero egualmente riconosciute nel loro ruolo unico, insostituibile.
In questo libro sono compresi i seguenti testi:
Prefazione di Guy Coq;
Rivoluzione personalista e comunitaria (1935);
Dalla proprietà capitalista alla proprietà umana (1936);
Personalismo e cristianesimo (1939).
“Pacifistes” ou “Bellicistes”? Les chrétiens devant le problème de la paix. Paris: Les éditions du Cerf, 1939.
“Questa indagine non è tanto semplice quanto l’immaginano certi, che considerano i testi della Chiesa come un arsenale di soluzioni preconcette da cui il fedele non ha che da trarre, come dagli oracoli degli incroci, delle risposte automatiche. Prima di intraprenderlo noi dobbiamo prevenire alcuni passi falsi. Noi vi siamo esposti ogni volta che cerchiamo di riflettere in uno spirito cristiano su un problema concreto di cui i dati si sovrappongono da certe esigenze spirituali a certe esigenze tecniche.”
Traggo queste poche righe dall’introduzione del libro. Il tema della pace è esaminato dall’analisi del avvenimento del patto di Monaco, nel 1938, indicato come segno di contraddizione.
Mounier aggiunge che di fronte al partito della pace ad ogni costo si pongono altri uomini, non meno legati alla pace, ma egualmente preoccupati di mantenere questa pace in una certa linea d’onore, cioè in una fedeltà spirituale inalienabile.
Traité
du caractère. Paris: Le Seuil, 1949.
Riporto le indicazioni della prefazione:
Trattato del carattere, e non di Trattato di caratterologia. Questa sfumatura è volontaria. Certo, questo libro vuole colmare per parte sua una spiacevole lacuna della letteratura psicologica francese e fare opera di scienza. Ma nasconderebbe male, non fosse che per la data in cui è stato scritto, una destinazione più attuale ancora. Siamo entrati in una di queste crisi periodiche dell'uomo, in cui l'uomo cerca nell'angoscia di trattenere i tratti di un volto che si disfa, o a riconoscersi figura d'uomo nel nuovo volto che gli viene. Gli occorre allora scegliere rigorosamente, nella confusione di tutti i valori, ciò che è essere uomo, e uomo del suo tempo, poi di volerlo coraggiosamente, alleando immaginazione e fedeltà. Abbiamo scelto. Non abbiamo solamente, nella nostra ricerca, voluto trattare dell'uomo, ma combattere per l'uomo. Nessuno del resto, tratta oggettivamente dell'uomo. Ma come è abituale di liberare il proprio partito - preso sotto un abito scientifico, preferiamo dichiarare a viso aperto che la nostra scienza, per essere una scienza onesta, non ne è meno un scienza combattente.
Il trattato del carattere, scritto durante il periodo di lontananza dalla capitale dovuto all'occupazione tedesca, opera una sintesi vigorosa della ricerca psicologica alla luce delle considerazioni che Mounier ha già sviluppato negli altri sui libri a proposito del personalismo comunitario. La sua analisi è lucida e rigorosa, si può notare la sua vicinanza al pensiero di ricercatori vicini alla dialettica marxista come Wallon e la conoscenza di più riferimenti derivati da altri autori trattati dialetticamente e criticamente.
L’affrontement chrétien. Paris: Parole et silence, 2006.
L’Affrontamento cristiano è probabilmente il testo in cui la
parentela spirituale di Mounier con Péguy e Bernanos è più sensibile.
In uno stile vigoroso, quello della problematica radicale, questo testo è
l’appello di un cristiano ispirato.
Vi si trova delle pagine degne dei più
grandi mistici. Questo testo è d’un’attualità permanente in questo senso che
esprime lo sforzo salutare che il cristiano Mounier
fa se lui stesso per comprendere come l’anti-cristianesimo più virulento di
Nietzsche si costruisce a partire dal tradimento dei cristiani stessi. Su
questo punto, il libro di Mounier è di una forza
rara: lancia un appello profetico ai credenti perché prendano infine sul serio
il dirupo evangelico.
La questione centrale è proprio: cos’è,
veramente un umano formato all’autenticità cristiana?
Cos’è che caratterizza questa? Il
cattolicesimo contemporaneo è ancora un luogo in cui si propone uno stile
originale d’umanità? Uno stile capace d’attirare i migliori?
Guy Coq
Montalembert. Textes choisis par Emmanuel Mounier. Paris, Fribourg: Egloff, 1945.
Emmanuel Mounier dice nella sua prefazione che non ama le antologie. Il suo progetto sarà di presentare una composizione su alcuni temi di Montalembert. Noi abbiamo , dice preferito cogliere nella sua purezza il grido che saliva da lui piuttosto che disperderci nelle opere che depositava lungo il suo cammino. Le opere dipendono dalla storia, il grido fa eco al nostro dramma e risuona persino davanti i nostri passi.
Il mondo moderno, diceva, deve scegliere fra due forme di democrazia, la democrazia liberale e la democrazia unitaria. La prima, è caratterizzata da tre tratti: garanzia delle libertà popolari, regime rappresentativo, pubblicità degli affari pubblici. La democrazia unitaria (…) è quella che sostituisce ovunque dei legami meccanici ed effimeri alle garanzie morali e durevoli, che assorbe l’uomo nello Stato, nella burocrazia e la centralizzazione.
Introduction aux existentialismes. Rennes, PUR, 2010.
"Ecco la riedizione
di un grandissimo libro di Emmanuel Mounier apparso
nel 1947 sotto il titolo modesto di Introduzione agli esistenzialismi. » E’ in
questi termini particolarmente calorosi che Manuel de Dieguez
accoglieva nel 1961, nelle colonne del giornale Combat, la quinta
ristampa del libro di Mounier inizialmente apparso
nel 1946 presso Gallimard. “Ciò che fa, aggiungeva, il valore di questo piccolo
trattato, non è solamente la superiore chiarezza e la semplicità che nascono da
una maestria totale del soggetto, è soprattutto la critica dei temi
esistenzialisti.”
Non si poteva più chiaramente esprimere il senso di proposito che mira, prima di tutto, a re-iscrivere questa filosofia “nuova” nella continuità di una tradizione più antica risalente a Pascal e senza dubbio aldilà, e in seguito, a fare ri-uscire la singolarità dell’approccio personalista di tonalità esso stesso esistenzialista ed eppure, su dei punti fondamentali, in disaccordo congenito con le analisi sartriane.
Un dibattito vigoroso condotto con tanto d’onestà e di chiarezza in un
saggio oggi ancora ineguagliato.
(Dalla quarta di copertina dell’edizione francese).
L’éveil
de l’Afrique noire. Paris: Presses de la Renaissance, 2007
Prestissimo, il filosofo Emmanuel Mounier s’interessa alla questione della colonizzazione in Africa. Quando questo testo appare nel 1948, la sua rivista Esprit ha già pubblicato due grandi dossier sul tema. Il suo viaggio in Africa nera nel 1947 non è dunque il frutto del caso.
Sotto la forma di note di viaggio, di sintesi per paese o di bilancio più distanziato, Emmanuel Mounier descrive e analizza ciò che vede, con una stupefacente capacità di discernimento, addirittura d’anticipazione: esprime la sua inquietudine davanti ad un’Africa che non saprebbe conciliare modernità e ricchezze ancestrali, e già denuncia una élite tentata di non essere né veramente africana né veramente europea.
Il risveglio dell’Africa nera appare così come il primo grande testo anticolonialista pubblicato in Francia; Emmanuel Mounier propone una via giusta, che eviti la piaghe di oggi: né demonizzazione dell’era coloniale né nostalgia colonialista, ma reale ascolto dell’altro.
Un racconto fondatore di una rara bellezza e di una grande profondità
(Dalla quarta di copertina dell’edizione francese).
La petite peur du vingtième siècle. Paris, la Murette: Du Rouge e du Noir,
2020.
Emmanuel Mounier affronta qui la problematica esistenziale, filosofica e politica che accompagna lo sviluppo della tecnica e dell’uso delle macchine e si lega al catastrofismo che suscitano all’uscire dalla Seconda Guerra Mondiale.
Attorno a dei concetti d’apocalisse (di cui la nozione contemporanea “di crollo” rappresenta il rovescio laico), di uso delle macchine e di progresso, gravita una costellazione di stati esistenziali che si sono impadroniti degli individui occidentali: nichilismo, terrorismo, angoscia, rigetto, disperazione, che Mounier, dispiegando una erudizione ancorata nel tempo lungo, analizza in quanto cristiano sotto un angolo allo stesso tempo filosofico e teologico, sperando di contrastare il pessimismo allora ambiente.
Una visione singolare della tecnica, sfumata, volentieri polemica e sorprendentemente ottimista del fondatore del personalismo e della rivista Esprit, che non mancherà d’interpellare e di dare del grano da macinare di volta in volta ai contemporanei e ai partigiani della tecnica moderna.
Le personnalisme. Paris: P.U.F., 1949, 2005 (17a ed.).
Questa opera, scritta in uno stile accessibile e rigoroso, costituisce la migliore sintesi delle idee di Emmanuel Mounier. Prendente appoggio sulla sua filosofia della persona, l'autore chiarisce dei temi maggiori: la comunicazione, la libertà, l'etica, l'impegno, la politica, la cultura. In questo senso, questo libro è egualmente una notevole introduzione alla filosofia. Il lettore percepirà velocemente l'attualità di un pensatore che fece dell'avvenimento il suo "maestro interiore", e che si è potuto caratterizzare come un Socrate del XX secolo.
Feu la chrétienté. Paris: Desclée de Brouwer,
2013.
In Fuoco la cristianità, uno dei suoi ultimi grandi testi. Emmanuel Mounier consegna in alcune pagine il fondamento spirituale e filosofico della sua apertura alla civiltà e alla società moderna. La sua intuizione dell’accettazione ineluttabile della laicità da parte del mondo cattolico annuncia già il Vaticano II.
“Noi non dobbiamo più portare lo spirituale al temporale, vi è già. Il nostro ruolo e di farvelo vivere, propriamente di comunicarvelo. Il temporale tutto intero è il sacramento del Regno di Dio”, afferma.
Da nessuna parte Mounier ha tracciato una sintesi tanto luminosa, tanto necessaria sui rapporti fra il cristianesimo, la fede da un lato, la storia dall’altro.
(Dalla quarta di copertina dell’edizione francese).
Le certitudes difficiles. Paris: Seuil, 1951.
Questo libro
raccoglie degli articoli che fanno riferimento alla politica, largamente
intesa. La loro scelta e il loro raggruppamento sono stati fatti a partire da
un piano che Emmanuel Mounier stesso aveva abbozzato
poco tempo prima della sua morte; se questo piano s’allontana dalla cronologia,
è che si trattava meno di ritracciare la storia di un itinerario politico
quanto di riprendere dei testi che conservano oggi tutto il loro senso – che a
volte anche acquisiscono un valore più pieno d’insegnamento.
Certi di questi testi sono stati scritti in
collaborazione. Occorre intendere con questo una collaborazione più politica
che letteraria. Mounier, in effetti, si incaricava
ordinariamente dell’ultima redazione, ma questa era la sintesi reale dei primi
progetti, cosicché delle suggestioni e delle obiezioni che erano state
presentate.
Malraux, Camus, Sartre, Bernanos, L'espoir des désespérés. Paris: Le Seuil, 1953.
Emmanuel Mounier aveva lui stesso scelto il titolo di questa raccolta e rimesso al suo editore i quattro saggi di cui si compone, tutti e quattro scritti e pubblicati nella rivista fra gennaio 1948 e gennaio 1950.
Questi studi su dei contemporanei di cui l'opera e il pensiero si sono sviluppati dopo di loro (o, nel caso di Bernanos, si sono arricchiti di pubblicazioni postume), non hanno perduto niente del loro valore. L'atto di Mounier di fronte all'opera altrui non è, a parlare propriamente, atto di critica letteraria, ma ricerca di un dialogo, in cui dei due interlocutori è ancora lui, Mounier, che - malgrado la modestia delle sue intenzioni - trattiene il lettore.
Mounier prova il bisogno di entrare in dibattito con gli uomini della sua generazione (o pressappoco) con i quali si sente, su certi punti almeno, in opposizione irriducibile.
Il metodo critico di Mounier - se è un metodo, e non piuttosto un gesto congenito - consiste nel non arrestare mai sotto il suo sguardo scrutatore la vita mobile di una persona. Cerca di coglierne prima di tutto il ritmo, l'orientamento, le possibilità di questa peregrinazione che è ai suoi occhi ogni esistenza, ogni pensiero d'uomo vivente. Di fronte a Malraux, di cui le opinioni politiche lo urtano, a Camus, che vede esitare e forse affievolire, a Sartre, al quale gli occorre opporre dei netti rifiuti, Mounier non resta mai allo scandalo provato, all'obiezione. Spontaneamente, cerca presto di cogliere ciò che gli permette di non disperare di Malraux, di Camus, di Sartre. In ognuno di loro, si applica a svelare il punto da cui scaturisce la speranza, e si difende accuratamente da definire questo punto secondo la propria esperienza. E' l'attesa dell'altro che gli importa di scoprire, per poter ammirare una volta di più ciò che c'è sempre d'assolutamente personale, d'inalienabile - e dunque di meraviglioso - nell'adesione di tale o tal'altro uomo alla sua ultima ragione di vivere. (dalla nota dell'editore francese nella prefazione del libro).
Emmanuel
Mounier et sa génération. Paris: Parole et Silence, 2000.
Lo straordinario ritratto di Emmanuel Mounier che costituisce questo puzzle fatto di estratti di lettere, pagine del suo diario, se non addirittura d'articoli, è l'occasione di incontrare una personalità eccezionale. Leggere queste pagine, è entrare nella prossimità con uno dei più grandi risvegliatori d'uomini nel suo secolo. E' anche scoprire l'esempio di un cristiano fortemente radicato nel suo tempo, e di cui la vita spirituale si nutre non nel sogno e la fuga ma nell'attenzione alla vita concreta, personale e collettiva: uno stile di santità che attende la modernità." (Guy Coq, dalla quarta di copertina dell'originale francese).
Il libro riporta gli interventi assembleari presentati nel convegno internazionale Emmanuel Mounier: Actualité d'un gran témoin, tenutosi a Parigi nell'ottobre 2000 presso la sede dell'UNESCO. (Edizioni Parole et Silence).
Questo volume raccoglie i contributi di persone che hanno conosciuto direttamente Mounier e quindi di testimoni significativi del suo pensiero e del suo impegno. Oltre a questi sono presenti contributi di persone il cui impegno politico o scientifico è più che noto.
Il libro offre un quadro d'insieme unico sul suo pensiero e sulla sua attualità.
Autori: Boudic Goulven, sociologo, università di Nantes. Comte Bernard, professore a Lione IV. Guy Coq, filosofo. Presidente dell'associazione degli amici di E. Mounier. Delor Jacques, già presidente della commissione europea. Gawrys Cesary, direttore della rivista WIEZ (Polonia). Grémion Pierre, direttore di ricerche al CNRS, sociologo. Keller Thomas, professore di filosofia all'università di Aix en Provence. Le Goff Jacques, professore all'università di Brest. Mandouze André, già professore alla Sorbona. Mazowiecki Tadeus, già primo ministro della Polonia. Olivier Mongin, direttore della rivista Esprit. D'Oliveira-Martins Guilherme, già vice-primo ministro del Portogallo. Parisot Cécile, Istituto cattolico, Parigi. Rémon René, presidente della Fondazione Nazionale delle Scienze Politiche. Paul Ricoeur, filosofo. Roy Christian, professore di storia, università Mac Gill Montreal (Canada). Semprun Jorge, scrittore. Soutou Jean-Marie già ambasciatore di Francia, collaboratore di Emmanuel Mounier. Villela Petit Maria, filosofo, ricercatore al CNRS, Parigi.
Il secondo volume è stato pubblicato in lingua francese nel 2006.
Association
des Amis d'Emmanuel Mounier
Esprit, rivista fondata da Emmanuel Mounier.
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